Note generali sulle vespe
Nelle zone a clima temperato le vespe sociali si sviluppano seguendo un ciclo annuale e solo le regine (femmine fertili fecondate in autunno o alla fine dell’inverno) riescono a sopravvivere.
Queste regine trascorrono l’inverno in luoghi protetti, sotto la corteccia, sotto pietre o ciottoli, in tane abbandonate di roditori, sfruttando ripari offerti dagli edifici.
Ciclo biologico delle vespe sociali
In primavera le regine emergono dai loro ricoveri ed iniziano la formazione della nuova colonia. La prima deposizione è di circa 10 – 20 uova. Inizialmente la regina deve provvedere anche alla ricerca del cibo e alla costruzione di poche celle nelle quali si sviluppano le prime larve.
Dopo lo sviluppo del primo gruppo di operaie la regina cessa ogni attività al di fuori della deposizione delle uova. Da questo momento rimane nel nido mentre le operaie provvedono alla ricerca del cibo, all’alimentazione delle larve, al reperimento del legno per la costruzione di nuove celle e per le riparazioni del nido.
Alla fine dell’estate il nido ha più parti, centinaia di celle e di operaie. Nella colonia iniziano a formarsi maschi e femmine fertili che abbandonano il nido e si accoppiano. I maschi muoiono mentre le femmine fecondate (future regine) cercano un luogo protetto ove svernare. La regina e gli operai delle colonie d’origine non sopravvivono durante l’inverno.
Lotta contro vespe e calabroni
La lotta alle vespe consiste nell’eliminazione, quanto più precoce possibile, dei nidi, in particolar modo di tutti quelli ubicati in posizioni tali da costituire pericolo per le persone che abitano o lavorano nell’edificio o nelle vicinanze.
Si comincia con un’accurata ispezione per individuare gli ingressi al nido, per poi procedere con l’eradicazione dello stesso utilizzando delle lance libere, capaci di erogare emulsioni insetticide anche ad elevata distanza.
L’eliminazione di un favo (nido) deve sempre essere eseguita nel pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza, con particolare riferimento all’uso dei dispositivi di protezione individuale. Ciò deve avvenire sempre, indipendentemente dalle dimensioni del favo e della sua posizione. Anche la puntura di una singola vespa, infatti, può condurre alla perdita dell’equilibrio di un operatore impegnato su un tetto o su una scala. Analogamente l’operatore deve ricordarsi che la rapida ed improvvisa reazione delle vespe può mettere a repentaglio altre persone presenti in aree adiacenti.
Il rapido abbattimento delle vespe e dei calabroni è ottenibile mediante l’impiego di formulati pronti all’uso, a base di piretroidi sinergizzati con piperonil butossido ed in grado di bloccare il movimento delle ali per la presenza di appositi solventi. L’insetto caduto a terra, incapace di riprendere il volo, diviene inoffensivo e muore nel volgere di poco tempo.
La presenza nel formulato insetticida di un piretroide ad azione residuale (es. cipermetrina, permetrina) controlla le vespe che per qualche giorno continueranno a volare in prossimità del favo.
La vespa è un insetto naturalmente non aggressivo, bisogna ricordare che difficilmente attacca. Tuttavia, se la vespa viene minacciata nelle zona di suo dominio, può rispondere con le punture.
E’ importante fare molta attenzione, quando si provano ad eliminare le vespe e i loro nidi perché le punture delle vespe, a causa del veleno tossico e irritante, possono portare nel caso di soggetti allergici a reazioni anche molto gravi, come lo shock anafilattico
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